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Lo sapevate che… L’asino bianco è a rischio di estinzione?

Esistono circa 90 individui allo stato brado sull´isola dell´Asinara e nella foresta demaniale di Porto Conte. Grazie all’intervento dell’Istituto di incremento ippico si trovano altri individui in diverse località con lo scopo esclusivo del mantenimento dell’integrità genetica della specie.

Si dice estinzione la scomparsa di una determinata specie di organismi viventi.

 

Le cause principali di una estinzione possono essere diverse: un mutamento improvviso dell'ambiente in cui vive la specie, tanto che gli esemplari non riescono ad adattarsi; la comparsa di una specie concorrente (per il cibo) o di una specie predatrice.

 

I campanelli d'allarme che segnalano il rischio di estinzione di una specie sono due: la diminuzione dello spazio vitale, cioè dei territori e habitat che questa specie occupa, e la diminuzione del numero di esemplari della specie stessa.

 

Le specie considerate più "fragili" sono quelle più specializzate e che occupano particolari e ristrette nicchie ecologiche, per esempio perché si cibano esclusivamente di un particolare cibo, come il panda, o perché vivono solo su certe particolari isole, come le tartarughe giganti delle isole Galapagos.

 

All'altro estremo, specie onnivore estremamente diffuse e adattabili, come i topi, le mosche, gli scarafaggi e l'uomo, non corrono rischi di estinguersi a meno di eventi straordinari su scala planetaria.

 

Proprio l’uomo oggi si può considerare una delle più grandi minacce per la maggior parte degli animali considerati a rischio di estinzione.

 

Tuttavia, negli ultimi anni grazie anche alle attività di molte associazioni animaliste attive a livello mondiale nella tutela del pianeta e degli animali, la presa di coscienza dell'uomo nei confronti dell'ambiente che lo circonda ha fatto sì che si cominciasse a cercare di porre rimedio agli errori del passato: da ciò sono nati progetti per ricreare animali come l'uro con incroci e selezioni genetiche, come avvenne nel secolo scorso con il quagga e con il tarpan.

 

In più nel 2010 è stata pubblicata la resurrection list (in inglese la lista della resurrezione) con una top 10 in cui dieci animali estinti sono quelli con le maggiori probabilità di essere clonati con successo.

 

Fonti WWF sostengono che attualmente nessuno conosce il numero esatto di specie che si estinguono ogni anno, ma si sa che  oggi minacciato il 23% dei mammiferi e i 12% degli uccelli.

 

Ogni zona del mondo subisce i danni derivati dalle attività umane.

 

Proprio per sensibilizzare tutti i nostri lettori (oltre 70.000 ogni mese) abbiamo deciso di pubblicare sul Portale una razza di un nostro amico animale a rischio di estinzione con cadenza settimanale e gli indirizzi delle associazioni che più sono attive per la salvaguardia del pianeta e degli animali come il wwf.it.

 

Abbiamo deciso di iniziare questo nostro percorso con il rinoceronte nero, di cui pochi ne conoscono e sanno l’esistenza. Alla specie venne dato questo nome per distinguerla dal rinoceronte bianco , anche se queste due specie non sono facilmente distinguibili tra loro dal colore.

 

L'asinello bianco, Equus asinus var. albina, è una sottospecie endemica della Sardegna che vive nell'isola dell'Asinara. Non sono ancora chiare le origini dell'asino bianco.
 

Come l'asino domestico, è probabile che provenga da incroci con sottospecie africane, forse un’importazione dall’Egitto, voluta dal marchese di Mores, nobile sardo che nel 1775 si fece assegnare il ducato dell’isola da Amedeo II di Savoia. In alcune parti del mondo, come nell'Asinara, si è rinselvatichito dando vita a popolazioni libere non controllate dall'uomo.

 

Per quanto riguarda l'asino sardo, le località dove veniva allevato erano principalmente Padria, Pozzomaggiore, Alà dei Sardi, Mara, Romana, Villanova Monteleone, e in qualche zona nel Campidano e nell’Iglesiente.

 

Esistono circa 90 individui allo stato brado sull’isola dell’Asinara e nella foresta demaniale di Porto Conte.

 

Grazie all'intervento dell'Istituto di incremento ippico si trovano altri individui in diverse località con lo scopo esclusivo del mantenimento dell'integrità genetica della specie. Diverse decine di esemplari sono tuttora custoditi presso il parco divertimenti Città della Domenica di Perugia, grazie ad un progetto condotto negli anni anni ottanta in collaborazione con l'Università degli Studi di Perugia.


Molto simili agli asinelli sardi, l’asinello bianco differisce per l'altezza di circa 90 cm al garrese (una forma di nanismo insulare), per la testa pesante ed il collo corto, gli arti sottili e robusti. Il manto è folto, poco setoloso e morbido. Fin dalla nascita bianco candido e col tempo diventa invece opaco. La pelle è rosa mentre l'iride è celeste, queste ultime due caratteristiche sono causate dal gene dell'albinismo responsabile della fotofobia che causa agli asinelli bianchi una tipica camminata incerta.


Differentemente dai cavalli non si riuniscono in branchi. I maschi adulti vivono solitari, mentre le femmine col puledro. I maschi si uniscono ad una o due femmine durante la primavera mentre in estate formano gruppi misti maschi e femmine anche fra anziani.

 

Un decreto ministeriale del 27 luglio 1990 lo ha inserito nel "Registro Anagrafico delle Popolazioni Equine riconducibili a Gruppi Etnici Locali", facente parte di un progetto del CNR finalizzato alla "Difesa delle Risorse Genetiche delle Popolazioni Animali".

 

Le Associazioni di riferimento:

www.lav.it
www.enpa.it
www.abolizionecaccia.it
www.oipaitalia.org
www.greenpeace.org
www.wwf.it
 

 

Giovanni Origgi


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