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28 Marzo 2024

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Pisa, Parco Regionale di San Rossore: allevamento di cavalli e centro di incremento ippico, la LAV appoggia la lettera aperta del consigliere dell´ente parco, Carlo Galletti.

Necessario piano di riconversione delle due attivita´, a tutela degli equidi.

Nei giorni scorsi Carlo Galletti, il consigliere dell’Ente Parco Regionale “Migliarino San Rossore Massaciuccoli” (Pisa), ha diffuso alla stampa una lettera indirizzata alla Regione Toscana, ai Sindaci e Presidenti di Provincia della Comunità del Parco e al Presidente dello stesso, nella quale solleva il problema dell’Istituto Incremento Ippico, situato presso la Tenuta di San Rossore.
 
La LAV, che ha visitato ufficialmente il Parco per verificare le condizioni di detenzione degli equini presenti nelle varie strutture e avviare un dialogo con i vertici dell’Ente e con la Regione Toscana, appoggia i rilievi avanzati dal consigliere Galletti.
 
Secondo il consigliere Carlo Galletti il servizio reso dall’Istituto Incremento Ippico è di discutibile utilità e antieconomico. Le attività dell’Istituto, che conta su un “patrimonio” di circa 90 animali, tra cavalli e asini, infatti, sono totalmente a carico del contribuente toscano.
 
Gli equini vengono usati come riproduttori in loco, ma anche presso allevamenti privati nel territorio regionale e non solo, dove gli animali vengono inviati a spese dell’Istituto e restano a disposizione dell’allevatore per il periodo della monta.
 
Il tasso di mortalità degli equini spediti a domicilio è alto, e mancando un servizio di controllo sullo stato di mantenimento degli animali da parte degli allevatori, non è possibile neanche monitorarne le cause. Drammatica, poi, la destinazione degli animali non più in grado di svolgere funzioni riproduttive dopo anni di viaggi stressanti e accoppiamenti artificiali, o di quelli malati: nella maggior parte dei casi, la macellazione.
 
Stessa sorte rischiano, ad ogni asta di vendita dei soggetti in esubero, anche i cavalli TPR (Tiro Pesante Rapido) allevati nella Tenuta: “i cavalli TPR e gli stalloni dell’Incremento Ippico, infatti, sono DPA, ovvero destinati alla produzione alimentare.dichiara Nadia Zurlo, responsabile nazionale del Settore Equidi LAVUna scelta molto comune e di comodo, che assicura vendite più agevoli e che permette di disfarsi degli animali improduttivi o in esubero vendendoli ai commercianti, acquirenti sicuri.”

La visita della LAV ha evidenziato, inoltre, l’interesse contraddittorio con le stesse finalità statutarie del Parco, ovvero di conservazione del patrimonio agreste e della biodiversità, e di salvaguardia delle specie animali presenti. Colpisce negativamente in questo contesto un’attività di allevamento finalizzata alla riproduzione di soggetti che, non avendo mercato data la particolarità della razza, rischiano di finire la loro vita – a volte molto breve – al macello.
 
Stesso discorso per l’Istituto Incremento Ippico, i cui stalloni godono, quando va bene, di mezz’ora d’aria al giorno nei piccoli paddock individuali, e per le restanti 23 ore e mezzo vivono chiusi dentro a un box. Nemmeno il peggior criminale viene detenuto in condizioni così proibitive!”,aggiunge Nadia Zurlo.
 
La struttura lamenta inoltre una carenza di personale tale da rendere spesso impossibile la misera uscita all’aria aperta degli animali, che sarebbe comunque insufficiente a soddisfarne le necessità etologiche, e ad assicurare dei minimi parametri di benessere.
 
La LAV, poiché il Consiglio Direttivo del Parco è alla fine del suo mandato, e a seguito del colloquio con il Presidente, Elisabetta Norci, chiede di emanare urgentemente una delibera di indirizzo affinché i cavalli presenti nel Parco vengano destinati non DPA, anche in vista del bando d’asta attualmente aperto per la vendita di 12 cavalli TPR e in previsione della vendita di alcuni soggetti dell’Incremento Ippico, scongiurando in questo modo la loro possibile macellazione, e chiede una moratoria delle nascite.
 
Stiamo preparando un dossier sulla situazione degli equini a San Rossore che vogliamo sottoporre tanto alla Regione quanto all’Ente Parco, con proposte di riconversione dell’allevamento dei cavalli TPR e possibile ricollocazione a vita degli stalloni dell’Incremento Ippico, che potrebbero essere inseriti in un progetto di gestione naturale del cavallo.” – conclude Nadia Zurlo.

Ufficio stampa LAV
www.lav.it


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