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Comunicato stampa Associazione Italiana Allevatori (A.I.A.). "Stalle aperte in Puglia": da non perdere!

Percorsi guidati promossi dall’Associazione Regionale Allevatori pugliese lungo le filiere del latte, giovedì 25 aprile 2019, tra visite in allevamenti, per adulti e ragazzi, degustazioni ed altro, bus navette nei comuni di Noci, Putignano, Martina Franca, San Giovanni Rotondo e Mottola

A pochi giorni dall'evento previsto per il prossimo giovedì 25 aprile, il sito delle prenotazioni (www.stalleaperte.com) per partecipare a "Stalle aperte in Puglia " ha già registrato il completo sold out ! – informa l’Associazione Regionale Allevatori (Ara) pugliese.



Sono state oltre mille le prenotazioni arrivate in pochissimi giorni da persone di tutte le età e, in particolare, da famiglie con bambini per partecipare alla giornata organizzata da Ara Puglia per far conoscere ai consumatori la realtà delle aziende zootecniche pugliesi ed il percorso del latte verso l'attività di trasformazione.
 



Uno sforzo organizzativo senza precedenti, quello di Ara Puglia: 11 autobus navetta condurranno i partecipanti attraverso 5 itinerari programmati nelle province di Foggia, Bari e Taranto per fare toccare con mano ai cittadini come nelle stalle della regione gli animali vengono allevati secondo i più sani princìpi di benessere, ed il latte prodotto segue percorsi di filiera corta o "cortissima" molto ben tracciati per diventare quei prodotti caseari che sono l'emblema della Puglia nel mondo.



"La nostra soddisfazione è enorme – riferiscono il presidente e il direttore dell'Ara pugliese, Pietro Laterza e Giorgio Donniniperché non ci aspettavamo una risposta così rapida e consistente da parte dei cittadini pugliesi che, evidentemente, hanno ben interpretato la nostra volontà di condividere con loro una giornata all'aria aperta, all'insegna della trasparenza e della condivisione del duro lavoro dell'allevatore che produce per il benessere del consumatore, partendo dal benessere dei propri animali ”.
 

 

I numeri della zootecnia pugliese
 

 

Giova ricordare qualche numero della zootecnia della Puglia, regione nota per produzioni di eccellenza in molti settori dell’agroalimentare, e che anche in virtù della sua particolare conformazione geografica – essendo “lunga” per estensione, dal promontorio garganico fino al “tacco d’Italia” ed allo sbocco sul Mar Jonio – esprime una varietà di territori e una ricca biodiversità animale, integrata in paesaggi suggestivi che vanno dai campi delimitati dai muretti a secco della Murgia barese e tarantina alle foreste daune, nel foggiano: le ultime cifre estrapolate dalla Banca Dati Nazionale (Bdn) parlano di oltre 172.000 capi bovini, circa 10.000 bufalini (concentrati soprattutto in Capitanata che, si rammenta, è l’unica area pugliese in cui ricade la produzione da disciplinare della Mozzarella di Bufala Campana Dop), più di 240.000 ovini e quasi 58.000 caprini, oltre a circa 23.000 equini (da segnalare la pregiata razza Murgese e l’Asino di Martina Franca).


 

Entrando ancor più nel dettaglio, un dato significativo è quello che indica nella sola area della Murgia barese e tarantina concentrato circa il 90% del latte bovino prodotto nell’intera regione.



Si tratta di zone interne, spesso marginali e difficili, ma nelle quali l’attività dell’allevamento – in questo caso bovino da latte – si è integrato perfettamente con l’ambiente ed è una preziosa risorsa per fornire la materia prima per quei prodotti originati da filiera “a chilometro zero” che sono il vanto della Puglia (si pensi alla burrata, al caciocavallo, alla ricotta ed al cacioricotta, alla scamorza e alle mozzarelle vaccine, nello loro tipiche varianti a nodini, trecce, per non parlare della gustosissima “stracciatella”).


 

Le bovine pugliesi, inoltre, sono considerate buone produttrici di latte di qualità – nel confronto con la media italiana – con una buonissima attitudine alla trasformazione.


 

Dai dati di A.I.A. (Bollettino 2018), ad esempio, le aziende della provincia barese si confermano ai primi posti della graduatoria nazionale dei migliori allevamenti per kg di proteine, per la razza Bruna e per la Pezzata Rossa, con circa 120 quintali di produzione lattiera in un anno e più di 460 kg di proteina a vacca in lattazione.
 

 

Sostenibilità e biodiversità
 

 

Sempre in tema di allevamento bovino e della sua sostenibilità ambientale, non si può non parlare per la Puglia della razza Podolica che in questa regione, seguendo anche l’antica pratica della “transumanza” lungo le vie dei “Tratturi” (una rete viaria millenaria che si snoda attraverso le regioni vicine del Molise, dell’Abruzzo, della Campania, della Basilicata, fino a giungere addirittura in Calabria) porta da sempre gli animali ad un uso razionale dei pascoli e a un presidio di territori marginali ed impervi.


 

La Puglia, come detto, è anche ricca biodiversità: oltre alle bovine di razza Frisona Italiana, Bruna Italiana e Pezzata Rossa Italiana che quì rappresentano egregiamente le attitudini alla produzione lattiera e la cosiddetta “duplice attitudine” (per la Pezzata Rossa), particolarmente interessante è il comparto ovino e caprino, che in queste aree esprime razze “storiche” come la pecora Gentile di Puglia, la pecora Moscia Leccese, la pecora
Altamurana e le capre Garganica e Jonica.



Anche queste razze – alcune delle quali hanno seriamente corso, e corrono tuttora, il rischio di estinzione – contribuiscono alla realizzazione di produzioni di qualità, essendo inoltre espressione di allevamenti strettamente locali rivolti a mercati di “filiera corta”, senza tralasciare l’aspetto più importante, e cioè che per la forma di allevamento tipicamente estensiva e utilizzatrice del prato-pascolo si identificano naturalmente in quei parametri di benessere animale al centro delle richieste sia della legislazione nazionale e comunitaria, sia delle aspettative dei consumatori.


 

Come A.I.A. accogliamo con soddisfazione questa iniziativa della nostra Associata della Puglia – afferma il presidente dell’Associazione Italiana Allevatori Roberto Nocentini – ; l’organizzazione di ‘Stalle aperte’ nei bellissimi e suggestivi territori delle province pugliesi sono un tassello in più nella strategia complessiva di comunicazione del ‘saper fare’, e del ‘fare bene’ ed a livelli qualitativi di eccellenza, degli allevatori del nostro Paese.



Questa iniziativa si aggiunge alle altre già realizzate, ad esempio, in Lombardia, Toscana, Basilicata e nel Lazio.



La miglior risposta da dare a tutti, Istituzioni e cittadini-consumatori, è ‘metterci la faccia’, e son sicuro che gli allevatori pugliesi contribuiranno positivamente ad esaltare la professionalità e sapienza del loro lavoro quotidiano in azienda, in zone nelle quali fare zootecnia è particolarmente impegnativo, anche per condizioni pedoclimatiche e infrastrutturali, ma con la forza che proviene da antiche tradizioni familiari e da una cultura allevatoriale sana e genuina
”.

Camillo Mammarella
Ufficio stampa A.I.A.


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